Animali S.O.S.

Chi trova un animale selvatico in difficoltà deve soccorrerlo e curarlo solo al fine di donargli nuovamente la libertà se non rispettiamo questo principio danneggiamo gli equilibri naturali e il benessere dell'animale "salvato" e violiamo le leggi nazionali e regionali, che regolamentano e/o vietano la detenzione di fauna selvatica. Gli animali "selvatici" in difficoltà quasi sempre ci manifestano la loro paura con  atteggiamenti aggressivi o pericolosi complicando così ogni nostro intervento in loro aiuto. E altrettanto spesso, pur mossi dalla migliore volontà, interveniamo inutilmente o applichiamo metodologie di intervento errate, causando la morte dell'animale, o forse peggio, la sua impossibilità a tornare libero.

La legge e gli animali in difficoltà

E' importante conoscere le norme che si collegano all'attività di soccorso degli animali:

Così non è consentita una prolungata detenzione di animali irrecuperabili malgrado il soccorso ricevuto (es. privi di un’ala, un occhio ecc.) se non con precise autorizzazioni. è invece accettabile una detenzione con evidenti fini di soccorso e successiva liberazione, ma è in ogni caso necessario richiederne l'autorizzazione, rivolgendosi all'Ufficio Caccia e Pesca della Provincia di Reggio E. al 0522301475 e al comando del Corpo Forestale dello Stato di Reggio E. tel. 0522442165

Quali animali segnalare:

Per esempio:

A chi segnalare:

ANIMALI DOMESTICI

In caso di rinvenimento di animali domestici in difficoltà

CANI E GATTI

 

 

 

  • Polizia Municipale ( a Reggio Emilia 0522 4000 ) 0522 ……….
  • Canile  
  • Servizio Veterinario AUSL 0522  ……..  
  • NB in giorni festivi 118

CAPRE O PECORE ( vive o morte)

  • Servizio Veterinario AUSL 0522  …….              
  • in giorni festivi 118
  • Polizia Municipale 0522…….    

ANIMALI SELVATICI
n.b. se sono esemplari di specie protetta  occorre segnalare sempre  in Provincia REGGIO E.  tel. 0522 792222

UCCELLI (avifauna)
n.b. NON TOCCARE con le mani nude  i piccoli o i  nidi

Es. gufi, civette, poiane, rondini, sparvieri , merli, aironi, pavoncelle,  ecc

LIPU CRAS CROCE ALATA Reggio E.
Sede c/o Ex Polveriera   Reggio Emilia

Se ci sono molti uccelli morti tutti in una stessa area

  • Servizio Veterinario AUSL 0522 …….

 

UCCELLI (avifauna ) vivi o morti con anelli alla zampa

Occorre verificare il tipo di anello: possono essere di proprietà privata es. colombi oppure specie selvatiche che sono oggetto di studio,  chiedere prima a GGEV 335201316

Nel caso sia una specie protetta a :
Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica Ozzano Emilia (BO) tel 051 6512111

PIPISTRELLI ( mammiferi)

n.b. sono animali particolarmente protetti

LIPU CRAS CROCE ALATA Reggio E.

poiché ha un accordo con la LIPU Nazionale e l’Associazione Chirotteri

tutti i  Mammiferi VIVI ma in difficoltà es feriti , piccoli inermi ecc n.b. se piccoli NON TOCCARLI

Es  capriolo , cinghiale, muflone, tassi, faine, donnole, volpi, lepri,   …..

  • in ore ufficio Provincia di Reggio E. all'Ufficio Caccia e Pesca della Provincia di Reggio E 0522792222
  • in orari non d’ufficio 118

In caso di incidenti stradali con animali

  • 118

Ungulati  e tutti i  Mammiferi selvatici MORTI

Es  capriolo ,( a Novellara non ci sono, per ora…. cinghiale, muflone )

  • Ufficio tecnico del Comune in cui viene rinvenuto
  • in orari non d’ufficio 118

ANFIBI attenzione: sono TUTTI PROTETTI !!!

Raganelle, tutte le Rane

Vivono vicino all’acqua od ai canali: è bene lasciarle dove sono o portarle   vicino ad un canale o nelle Valli (usando guanti , senza toccarle direttamente per non improntarle o danneggiarle)

Tritoni e salamandre

rospi

RETTILI AUTOCTONI  sono TUTTI PROTETTI !!!

Tartarughe senza la macchia rossa

Serpenti, lucertole, ramarri,

è vietato catturarli e detenerli … meglio lasciarli nel loro habitat….. ……….

RETTILI o altri animali ESOTICI

Es. Tartarughe  con la macchia rossa o coccodrilli ( ma ci sono davvero nelle valli di Novellara?) o camaleonti o serpenti esotici

Sono animali MOLTO DANNOSI X gli ECOSISTEMI NATURALI; se pescati o trovati vanno trattenuti e conferiti ai centri di raccolta: chiedere al Corpo Forestale dello Stato Reggio E. 0522442165

Pesci

Se i pesci sono in difficoltà perchè l’acqua è insufficiente

  • 118  
  • Provincia di Reggio E. per attivare il recupero 0522301475
  • Oppure Consorzio delle Bonifiche dell’Emilia Centrale  centralino di Reggio 0522 443211

Se sono presenti esemplari di dimensioni intorno al metro (siluri ) vivi o morti

in ore ufficio

  • all'Ufficio Caccia e Pesca della Provincia di Reggio E. 0522301475

oppure

  • ufficio rifiuti del Comune 0522

Se si vedono pesci in difficoltà e l’acqua è sufficiente ma di aspetto non normale ( presenza di schiume, colore anomalo, odore ….)

  • in ore ufficio ARPA territorialmente competente 0522
  • in orari non d’ufficio 118 

BOCCONI AVVELENATI

se il nostro cane manifesta i sintomi dell’avvelenamento,
o  troviamo bocconi avvelenati …
cosa dobbiamo fare?

Per salvare il cane :

  • ci rivolgiamo al nostro veterinario di fiducia
  • Per evitare altri avvelenamenti e danni ad altri  cani:

Inoltre dobbiamo avvisare tempestivamente le autorità  competenti per legge e denunciare il fatto,

  • Sindaco del Comune
  • Polizia Provinciale di Reggio E. tel. 0522 792222
  • Corpo Forestale dello Stato 1515
  • Carabinieri 113

Cosa fare quando si trova un animale in difficoltà?

Prima di raccogliere un animale, è necessario essere certi che sia effettivamente in difficoltà.
Gli uccelli, e soprattutto i nidiacei, sono i casi più frequenti di ritrovamento di animali selvatici in difficoltà.

E’ bene raccogliere un piccolo uccellino in difficoltà?

In primavera, durante una passeggiata nel bosco, ma anche nel giardino di casa, o sul marciapiede, può capitare a chiunque di trovare un nidiaceo (un piccolo di uccello). Il nostro istinto ci induce a raccogliere il piccolo e portarlo a casa per "allevarlo". Questo atteggiamento dimostra sensibilità nei confronti della natura ma non sempre si rivela il migliore per la salute del nidiaceo. Gran parte dei nidiacei abbandona spontaneamente il nido (merli, passeri, civette…) quando ancora non sa volare bene, pur essendo seguito e alimentato dai genitori. Raccogliere uno di questi nidiacei significa strapparlo alle loro cure sicuramente più valide del più esperto e attento veterinario. Allevandoli inoltre si corre inoltre il rischio di "umanizzarli", facendone animali con una identità deviata in modo irreversibile e non più in grado di affrontare una normale vita libera.

Esistono quindi due principali situazioni, che dobbiamo valutare:
1. Nidiacei feriti o in reale stato di pericolo (minacciati da gatti o altri predatori, finiti in mezzo alla strada…): per sopravvivere hanno bisogno di cure da parte dell'uomo
2. Nidiacei sani, anche se ancora incapaci di volare e non in pericolo: devono essere lasciati nel luogo di ritrovamento.

Se si è raccolto un nidiaceo in situazione di reale pericolo (minacciati da gatti o altri predatori, finiti in mezzo alla strada…) è importante offrirgli la massima tranquillità, al fine di evitare lo shock e l'infarto da maneggiamento, ponendolo in una scatola di cartone buia e collocata nel più breve tempo possibile in uno spazio altrettanto buio e silenzioso, a temperature mite.Assolutamente da evitare: gabbie, sacchetti di plastica, troppi spostamenti, luoghi rumorosi, contatto con la gente.

Uova e nidi "abbandonati"

Può capitare di imbattersi in un nido di uccello, soprattutto di quelle specie che ne costruiscono a terra o su arbusti bassi, con una o più uova, e pensare che si tratti di uova "abbandonate" , perché in quel momento non vi sono gli adulti nelle vicinanze, o perché al tatto risultano assolutamente fredde. Bisogna assolutamente evitare di toccarle e prelevarle; infatti molte specie iniziano a incubare le uova solo dopo averne deposte un certo numero. Inoltre prelevare le uova implica avviare un'incubazione artificiale e la conseguente cura dei pulcini, che risulta estremamente complessa. Esistono poi specie che intenzionalmente depongono le uova a terra e senza costruire veri e propri nidi, dando l'impressione di essere veramente abbandonate. è il caso di piccoli trampolieri come il Fratino e il Corriere piccolo, oppure sterne come il Fraticello e la Sterna comune, su spiagge e greti di torrenti, come anche il Succiacapre, tra la lettiera del bosco.

Rondoni

Un discorso a parte meritano i rondoni, una specie che una volta involata, non si posa mai a terra, perché non riuscirebbero più a spiccare il volo I piccoli di rondone caduti dal nido non possono essere alimentati dai genitori,  non  possono né essere rimessi nel nido né vicino ad esso, al contrario di tutte le altre specie  e devono essere raccolti.
Il Rondone è una specie migratrice, nidificante comunemente nelle città. Il colore è marrone nerastro, è lungo 16 cm, le ali sono a forma di falce ed a punta. I nidi vengono allestiti in buchi di muri o di altre costruzioni umane. Le uova, 2 o 3 di colore bianco, vengono in genere depositate in tarda primavera; il periodo di covata varia dai 18 ai 25 giorni. E' possibile trovare i nidiacei di Rondone per terra, soprattutto in primavere piovose e fredde, che impediscono ai genitori di trovare il cibo.

Rapaci

E’ sempre più frequente dover soccorrere un rapace ferito.
Prima di tutto è bene  chiedere aiuto anche telefonicamente a personale esperto : LIPU, Corpo Forestale, GGEV, Guardie Venatorie o Zoofile, Veterinari, etc  . Anche in questo caso occorre verificare che il rapace abbia veramente bisogno del nostro aiuto: ad esempio i giovani di Allocco (uno dei pochi rapaci notturni con gli occhi blu) escono dal nido ancor prima di saper volare e vengono alimentati dai genitori nei pressi del nido. Se ci si imbatte in un animale del genere nei mesi da febbraio a maggio non va  raccolto perché non ha bisogno del nostro aiuto.  Se crediamo invece che il suo bene sia  catturarlo dobbiamo  muoverci con calma.(Gli animali selvatici non capiscono le nostre buone intenzioni, almeno inizialmente e pertanto anche se feriti tenderanno comunque a fuggire) e cercare di coprire il rapace con un telo di adeguate dimensioni, es. un asciugamano spesso. Meglio indossare un paio di guanti da giardiniere. La presa sull'animale deve essere decisa anche se non bisogna mai stringere troppo. Attenzione alle beccate agli occhi.

Uccelli adulti

Nel caso di uccelli adulti, feriti per scontri fortuiti con auto, cavi aerei, scontri con altri animali, il suggerimento è quello di contattare direttamente il CRAS LIPU ALATA per un intervento quanto più possibile rapido ed efficace. Attenzione nel caso di ritrovamento di rapaci, cigni, aironi, corvidi... Alcune specie infatti reagiscono allo shock da cattura, difendendosi con beccate o unghiate pericolose per il soccorritore. Gabbiani e soprattutto Cormorani hanno becchi dai margini molto taglienti; meno taglienti ma non piacevoli sono i colpi di becco di corvidi come Cornacchie, Gazze, Corvi e Ghiandaie. Gli Aironi, in virtù della struttura del collo e del becco, sono abili infiocinatori e usano la stessa tecnica per difendersi. Anche i piccoli falchi, come il Gheppio, sono molto dinamici e aggressivi. Un rapace selvatico ferito, anche se non più in grado di volare può usare con notevole pericolosità gli artigli o il becco. Il rapace va posto in una scatola di cartone con dei fori per l'aerazione sui lati (verso il basso). Tutti i rapaci sono animali protetti e necessitano di cure particolari; occorre mettersi in contatto  subito con la LIPU CRAS CROCE ALATA e con la  Provincia di Reggio E. competente per territorio che forniranno indicazioni precise per la consegna dell'animale ferito. Non tentare di somministrare forzatamente cibo o farmaci che in molti casi producono effetti dannosi. I dosaggi ed i principi attivi somministrati ai rapaci non sono sempre gli stessi usati nella medicina dei nostri animali domestici.


Non fare medicazioni di alcun tipo; spesso un'ala rotta se bloccata nella posizione sbagliata non può essere più riparata.

Mammiferi

Relativamente ai mammiferi può capitare di rinvenire volpacchiotti che spinti dalla fame si spingono fuori dalla tana, oppure cuccioli di pipistrello caduti a terra da un posatoio o perdendo la presa dal grembo della madre. Durante una passeggiata nei boschi, e non solo dell’Appennino !, si possono incontrare cuccioli di capriolo acquattati a terra. ATTENZIONE: in quest'ultimo caso non si tratta di abbandono ma di normale atteggiamento mimetico che i cuccioli adottano per ripararsi dai predatori quando la madre si allontana per nutrirsi, e quindi l'ultima cosa di cui hanno bisogno è del vostro "aiuto".
Il ritrovamento di mammiferi è meno frequente rispetto a quello degli uccelli, ma è uno dei più probabili è sicuramente quello del riccio (Erinaceus Europaeus), sia per la sua abbondanza che per la frequentazione di ambienti urbani e giardini. I ricci in inverno cadono in letargo, concedendosi occasionalmente qualche risveglio nelle giornate più tiepide. Se si rinviene un riccio in queste situazioni conviene lasciarlo dov'è senza alterare il suo "giaciglio-nascondiglio".
Se si tratta invece di un piccolo, di un esemplare ferito o in difficoltà... per sapere come fare per aiutare questi simpatici mammiferi (per altro utilissimi per i nostri giardini), si può scaricare l'interessante documentazione Soccorso Ricci (formato .pdf 318k), realizzata dalla ProRiccio di Mettmenstetten, e distribuita dalla Società Protezione Animali Bellinzona (CH) .

Per saperne di più...

...vi consigliamo il libro "Nati Liberi" Manuale Pratico di pronto soccorso per animali selvatici, di Lambertini e Palestra, Franco Muzio Editore, da cui sono stati tratti molti di questi consigli

Alcuni comportamenti da evitare con attenzione:

  1. Non avvicinare troppo il viso ad un uccello
    Il linguaggio gestuale e corporale è importantissimo per gli animali. I nostri occhi appaiono loro molto grandi, proprio come quelli di un potenziale predatore o contendente. Questo segnale di pericolo li spinge a difendersi, per cui, se si sentono minacciati, possono arrivare a beccare gli occhi dell'ignaro soccorritore.
  2. Non afferrare mai un uccello dalla coda
    L'istinto di fuga spinge l'animale a scappare e, divincolandosi dalla presa del soccorritore, può perdere tutte le sue timoniere. L'assenza delle penne della coda si ripercuote sulla stabilità di volo ed atterraggio, per cui un animale privo di timoniere andrà ospitato nel centro recupero fino alla completa ricrescita di tali penne.
  3. Non afferrare mai un uccello dalle ali aperte
    Le ossa delle ali di un uccello sono molto fragili: se la presa è scorretta, si possono causare delle fratture, oltre che procurare danni alle penne.
  4. Non accendere mai improvvisamente la luce ad un uccello
    Gli uccelli sono abituati ai fotoperiodi progressivi e regressivi delle albe e dei tramonti. Una luce improvvisa causa disorientamento, non permette al volatile di riprendere le funzioni di vigilanza e, a volte, ne provoca la morte per il forte spavento.
  5. Non usare farmaci per mammiferi (uomo, cani, gatti, etc.)
    Non improvvisare cure veterinarie A volte, il principio attivo di un farmaco studiato per i mammiferi può essere decisamente dannoso negli uccelli.
  6. Non usare ovatta per costruire un nido soffice
    I fili dell'ovatta possono attorcigliarsi alle zampe del malcapitato uccello e causarvi ulcere e ferite.
  7. Non fumare in presenza degli uccelli
    Questi animali sono molto sensibili alla nicotina.
  8. Non umanizzare un animale selvatico
    Le manifestazioni di affetto proprie degli uomini non sono idonee a comunicare con un uccello e spesso lo terrorizzano soltanto

SPECIE CONTROLLATE E PARTICOLARMENTE PROTETTE

Sono le specie iscritte all'Appendice II e III. DELLA DIRETTIVA CITES 

Il loro commercio deve essere compatibile con la sopravvivenza delle specie in natura.

L'elenco comprende oltre 10.000 specie elencate nel Regolamento (CE), delle quali le più comuni sono:
tutte le specie, che non risultino iscritte all'Appendice I, di scimmie, lupi, orsi, lontre, felini, zebre, pecari, ippopotami, guanachi, alcune specie di cervi e antilopi, nandù, fenicotteri, gru, pappagalli, buceri, tucani, colibrì, tartarughe di terra, alligatori, caimani, coccodrilli, gechi, camaleonti, iguane, coccodrilli, tegu, elodermi, varani, boidi, cobra, salamandre, storioni, farfalle della specie ornitottere, sanguisughe, conchiglie tridacne, coralli madreporari a forma complessa, alcune palme, cactus, felci arboree, cicas, euforbie, aloe, orchidee, ciclamini.

La CITES non esclude che alcuni Stati possano adottare misure di protezione più rigorose per la protezione delle stesse specie o di altre specie selvatiche.

Il centro CITES competente per la Provincia di Reggio Emilia è  presso il: Coord. Prov. del C.F.S. di Modena
P.zza G. Matteotti, 13
C.A.P. 41100 MODENA

Tel. 059/225100-225698
Fax 059/241285